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Anfiteatro Romano di Cagliari


Anfiteatro Romano di Cagliari

L’anfiteatro romano di Cagliari fu un edificio romano del periodo imperiale, utilizzato per ospitare spettacoli tra gladiatori, guerrieri e animali feroci; risale a circa il II° sec. d.C. e poteva contenere 10.000 spettatori, quasi ⅓ della popolazione dell’antica Cagliari. Cadde in disuso con l’avvento del cristianesimo e venne proibito per legge in tutto l’impero, l’utilizzo per questi cruenti e antichi spettacoli. Dal 1866 divenne un sito di interesse archeologico e si portarono avanti diversi scavi. Oggi non è più visibile la sua maestosa struttura che si ergeva per circa 20 m, ma è comunque un iconico sito archeologico molto importante per la città.

L’anfiteatro romano di Cagliari, fu edificato tra il I° e II° sec d.C. epoca in cui la Sardegna e la Corsica erano da molti secoli dominio romano della prima età imperiale, e sempre in quel periodo a “Carales” sorsero quartieri ed edifici pubblici; l’anfiteatro fu costruito nelle pendici meridionali del colle di Buoncammino. Fu per metà scavato nella roccia e la parte restante venne costruita in calcare bianco, inoltre la struttura aveva probabilmente un’ampiezza di più di mille metri quadri, un perimetro di 120 m ed era adornata da colonne e statue; in altezza avrebbe dovuto superare i 20 m. La funzione dell’anfiteatro era quella di intrattenere il popolo con degli spettacoli di combattimento che interessava animali feroci, guerrieri e gladiatori, reclutati anche lontano dalla regione; solitamente questi spettacoli erano suddivisi e diversificati nell’arco del giorno, e si poteva così assistere alle lotte tra uomini e animali feroci, al mattino, per poi continuare a pranzo con le esecuzioni capitali, invece di sera dopo i banchetti, allo spettacolo più atteso, ovvero quello che interessava le lotte tra i gladiatori. A questi spettacoli, potevano assistere tutti i cittadini romani e prendevano posto nell’anfiteatro, in base al loro ceto sociale, (in ordine di importanza) nell’ ”ima”, “media” e “summa cavae”, dove i più importanti erano anche i più vicini allo spettacolo, invece le donne e gli schiavi potevano prendere posto nell’ultima gradinata coperta. L’anfiteatro venne anche utilizzato per il recupero delle acque piovane, infatti la forma a imbuto della cavae permetteva che defluissero in un pozzetto. La capienza massima era di circa 10.000 posti, che a quei tempi rappresentava ⅓ della popolazione di Carales. Appena sopra la zona che delimitava l’arena vi era il “podium” che era riservato ai personaggi di spicco. Le funzioni che svolgevano queste antiche costruzioni romane, iniziarono a decadere come conseguenza della diffusione del cristianesimo, e dal 438 d.C. l’imperatore Valentiniano III° proibì per legge lo svolgersi di tali attività, quindi anche l’anfiteatro romano di Cagliari cadde in disuso per tutto l’altomedioevo fino al periodo delle dominazioni pisane e aragonesi, che sfruttarono l’anfiteatro come cava da cui estrarre materiale da costruzione, necessario soprattutto per l’edificazione delle caratteristiche fortificazioni; questo era un fatto molto comune per molteplici edifici antichi. Vi sono dei documenti, quali lettere e studi, che testimoniano la riscoperta dell’anfiteatro romano di Cagliari, nel romanticismo, periodo in cui si ravvivò l’interesse storico e archeologico sulle antiche civiltà. I primi scavi nel sito furono affidati al canonico Giovanni Spano nel 1866-68, più tardi seguirono quelli dell’archeologo Doro Levi nel 1937-38 con anche dei lavori di restauro. Nel primo periodo riguardante gli scavi archeologici, nella zona dell’arena dell’anfiteatro, esso si presentava quasi completamente interrato, compresi i corridoi dei livelli inferiori. Vennero comunque ritrovati diversi reperti, tra i quali delle monete romane e una considerevole quantità di sottili lastre marmoree, che conferma che i gradini dell’anfiteatro fossero rivestiti di materiale pregiato. Nel piano dell’arena è quindi presente un lungo corridoio che si affacciava verso i vani che custodivano gli animali e ancora sotto, un altro piano probabilmente utilizzato per contenere i macchinari usati per gestire i cambi scenografici delle varie rappresentazioni. Dal fondo dell’arena si può accedere ad un corridoio lungo 95 m che attraversa il banco roccioso e porta ad una grande cisterna sotterranea che si trova nella zona dell’orto dei Cappuccini. In tempi più recenti si presentava coperto parzialmente da una struttura ferrea e lignea che permise tra il 2000 e 2011 di ospitare dei concerti e degli spettacoli; ma successivamente queste strutture furono rimosse per ripristinare la sua naturalezza e valorizzarlo maggiormente come importante sito archeologico. Oltre all’anfiteatro romano, Cagliari ospita altri edifici importanti, come la Villa di Tigellio e non lontano altre testimonianze di epoca romana; di rilevante interesse anche la Cittadella dei Musei, la più grande e completa della Sardegna.


Informazioni

Comune

Cagliari

Indirizzo

Via Sant'Ignazio da Laconi, Cagliari

Come arrivare

Partendo dalla zona vicina al porto di Cagliari, si prende la linea Ctm n° 8 in Largo Carlo Felice vicino alla Rinascente; Il percorso porterà a superare Piazza Yenne, proseguendo per via Santa Margherita e in salita via Giovanni Porcell e via Fiume giungendo in viale Buoncammino, angolo via Belvedere. Un breve tratto a piedi in discesa verso via Sant’Ignazio da Laconi permetterà di vedere anche dalla strada il sito archeologico dell’anfiteatro romano.

Accessibilità

orari: da Martedì a Domenica dalle 10.00 alle 17.00
telefono: 3662562826
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
sito web: https://www.beniculturalicagliari.it/it/beni/13/anfiteatro-romano

Adatto ai portatori di disabilità

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