statistiche accessi
Skip to main content

Laguna di Santa Gilla


Laguna di Santa Gilla

La laguna di Santa Gilla è una delle zone umide di maggiore interesse europeo, non solo dal punto di vista naturalistico e ambientale ma anche storico e archeologico.

Vale infatti la pena ricordare che i primi insediamenti umani della città di Cagliari furono posti proprio sulle rive di questo stagno e il nome di Cagliari è stato per molti secoli intimamente legato alla leggendaria città giudicale di Santa Igia, che sorgeva proprio sulle sponde settentrionali della laguna prima che nel 1258 venisse rasa al suolo dai Pisani.

La laguna di Santa Gilla ha avuto origine, così come l’area di Molentargius, durante l’era quaternaria in un periodo compreso fra i 100.000 e i 70.000 di anni fa, durante il cosidetto “Tirreniano”.

La sua superficie complessiva è di poco superiore ai 3.000 ha e ricade nei Comuni di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra.

La sua attuale conformazione è stata determinata da complessi fenomeni di erosione e deposizione fluviale, intercalati dalla reiterata ingressione marina.

Il cordone sabbioso litoraneo, ancora oggi in parte visibile lungo la strada 195 e che da Giorgino (località la Playa) giunge fino a Capoterra (località la Maddalena spiaggia), ha permesso la creazione d’uno specchio d’acqua.

A questo riguardo occorre ricordare che, ai primi dell’ottocento, Francesco d’Austria Este nel suo libro “Descrizione della Sardegna” del 1812, citava la Playa nel seguente modo: “Un istmo di terra, che credo ha 10 ponti di legno sopra i canali al mare vivo degli stagni”. Molti dei ponti di cui parlava Francesco d’Austria erano ancora citati nel 1930 e, fra questi, ritroviamo procedendo da Cagliari in direzione Pula:

Scaffa, Pischedda, Pontixeddu, Su Fundali, Cortilonga, Ponti becciu, Ponti nou e Maramura.

Oggi, a seguito dei lavori per il porto canale, se ne contano solo cinque.

Questa lingua di sabbia si è formata nel corso dei secoli grazie all’accumulo ed allo spostamento della sabbia determinato dal moto ondoso, dalle correnti e dai sedimenti fluviali.

Tutta la zona di nostro interesse (compresa a nord da Campo Scipione, ad ovest dai Comuni di Elmas e Assemini, a Sud dal territorio di Capoterra, ad Est da una sottile striscia di sabbia) è stata ripetutamente modificata nel corso dei secoli da una serie di eventi naturali (alluvioni, siccità ecc.) e dall’intervento umano (porto canale, aeroporto, centri residenziali, sbarramento di corsi d’acqua, bonifiche attuate nella zona industriale ecc.). Infatti, se osservassimo i documenti catastali dei primi del ‘900 risulterebbe una geografia dei luoghi totalmente differente rispetto a quella attuale. Si pensi che nel seco- lo scorso l’isola di Sa Illetta si estendeva per oltre 160 ettari e oggi la sua superficie è di solo 40 ettari.

Lo spazio lagunare è alimentato da numerosi immissari, fra questi i principali sono: il rio Mannu ed il rio Cixerri che confluiscono nella parte occidentale della Laguna.

La laguna comunica con il mare attraverso l’apertura naturale della Scaffa ed attraverso altre aperture artificiali, come sopra riportato, realizzate in varie parti del tratto di questa costa, lungo la S.S. 195 chiamata “Sulcitana”, allo scopo di favorire la immissione di acqua marina e, per effetto, la pesca.

Alcuni tratti della laguna sono navigabili anche da imbarcazioni di una certa stazza.

Dal Ponte della Scaffa è stato realizzato un canale navigabile che permette di giungere fino alla sede della protezione civile di Gilli Acquas, in Comune di Elmas.

Il fondale medio è di circa un metro, vi sono però dei punti in cui si supera la profondità di tre metri.


Informazioni

Comune

Cagliari

Indirizzo

Area lagunare compresa fra i comuni di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra.

Come arrivare

Attraverso la S.S. 195 sulcitana da Cagliari, in direzione sud ovest.

Accessibilità

Per conoscere questo ambiente è bene farsi accompagnare da una persona esperta, magari da un pescatore della zona e con lui salire a bordo di una tipica imbarcazione stretta dal fondo piatto chiamata “su ciu” o “is cius”.

Adatto ai portatori di disabilità

Stagioni consigliate


Notizie varie

NOTE GEOLOGICHE SULLO STAGNO DI SANTA GILLA

Alla genesi dello stagno di S.ta Gilla hanno contribuito molteplici fattori, alcuni dei quali hanno agito in concomitanza.

Innanzitutto lo stagno di S.ta Gilla è impostato su un fondovalle, che è una depressione naturale creata dall’azione di scavo del Riu Mannu e del suo affluente Cixerri dopo la regressione marina avvenuta in epoca tirreniana.

Gli apporti di cui è costituito lo stagno di S.ta Gilla sono dati da un’alternanza di depositi lagunari, marini e fluviali perché durante l’epoca quaternaria sono stati registrati degli importanti eventi caratterizzati dalla formazione di calotte glaciali con conseguente ritirata del mare dalle terre emerse e accentuamento del lavoro di scavo esercitato dai corsi d’acqua superficiali per raggiungere lo sbocco a mare.

In epoca successiva, nel periodo che va sotto il nome di interglaciale Riss-Wurm, durante il quale a causa di mutate condizioni climatiche si assiste allo scioglimento delle calotte glaciali, buona parte della Sardegna, dal Golfo di Cagliari alla Nurra, è interessata da una parziale sommersione marina che ha prodotto la messa in posto di depositi marini caratterizzati alla base da conglomerati a grana grossolana ben cementati, che sfumano verso l’alto e lateralmente in una “facies” arenacea a grana più fine.

La caratteristica interessante è stato il ritrovamento successivo di fossili tipici del periodo tirreniano come la patella ferrugina, il conus e lo strombus bubonius che attualmente vive nelle acque tropicali poiché risulta una specie estinta nel Mar Mediterraneo.

La successione stratigrafica dei terreni rocciosi in zona S.ta Gilla, S.ta Avendrace e Sa Illetta è stata resa possibile grazie ai sondaggi effettuati a suo tempo da tecnici specializzati per la valutazione delle caratteristiche geotecniche del terreno e la sua idoneità come struttura portante di opere di ingegneria civile.

I piloni che reggono il ponte della scafa attraversano una coltre terrigena profonda 50mt. costituita da fanghi, limi, sabbie, materiale di riempimento dello stagno attuale.

Gli apporti che costituiscono la materia sabbiosa del cordone litorale che si estende dalla Maddalena fino a località Giorgino sono rappresentati da apparati dunari, accumuli sabbiosi di provenienza eolica, ora spianati, erosi e stabilizzati.

Il cordone litorale sabbioso separa lo stagno di S.ta Gilla dal mare aperto senza offrire nessuna possibilità di scambio tra apporti marini salmastri e apporti continentali d’acqua dolce.

La piattaforma rigida costituita dalla panchina si prestava per merito della sua morfologia e stabilità come sede abitativa di insediamenti urbani, basti pensare al ritrovamento di antichi resti punico-romani in località Tuvixeddu, antiche necropoli ipogeiche.

Uno dei misteri lasciati attualmente insoluti è se la panchina che risulta parzialmente sommersa dalle acque abbia coinvolto nella sua sommersione a mare antiche rovine o vestigia d’epoca punico-romana o medioevale.

Visto che i terreni interessati non presentano diffusi ed estesi fenomeni di cedimento si prestano all’esecuzione di prospezioni e sondaggi per svolgere indagini più approfondite.


LA LAGUNA E LE SUE RISORSE

Ancora una volta l’ambiente ci insegna che molteplici sono le sue risorse, non solo di tipo naturalistico ambientale ma anche legate all’attività dell’uomo.

Fra queste ultime riveste particolare importanza la pesca, che da diversi secoli viene praticata con le più varie tecniche.

Per dare qualche riscontro sulla pescosità di questa laguna basta ricordare che alla fine degli anni 60 questo compendio garantiva annualmente una produzione ittica di circa 17.000 quintali di specie pregiate. Con il sopraggiungere delle industrie petrolchimiche questi valori si ridimensionarono in modo significativo.

Unico colpevole di questa scarsa pescosità era l’inquinamento.

A causa di quest’ultimo, nel 1974, fu decretato il divieto di pesca in tutta la laguna. La morte biologica di questo importante compendio lagunare era imminente nonostante, paradossalmente, esso fosse assai protetto da numerose e puntuali normative di salvaguardia, così come descritto in precedenza.

Grazie alle imponenti opere di bonifica del 1986 e con le prime esperienze di coltivazione intensiva con cozze e vongole, un Decreto Regionale affidò, nel 1994, la gestione del Compendio lagunare alla Cooperativa “La Peschereccia”.

Dalla fine del 1997 tale gestione passò nelle mani del Consorzio Ittico di Santa Gilla, al quale sono affidate dalla Regione anche le strutture immobiliari ubicate in località “Sa Illetta” (come il laboratorio idrogeologico, lo stabulario, lo schiuditoio) e la cura del costante monitoraggio biologico della laguna. Peraltro molti di questi impianti non hanno mai funzionato.

Detto questo appare opportuno evidenziare, inoltre, le altre risorse ed opportunità che la Laguna presenta e fra queste:

Estrazione del sale legata al nome della Famiglia Conti Vecchi che realizzarono, in località Macchiareddu sin dagli anni ‘30, una importante industria di produzione che permise al sale sardo di farsi apprezzare in tutti i continenti. La crisi del mercato che si ebbe proprio durante l’ultimo conflitto mondiale causò dei significativi cali di produzione e solo negli anni ‘50 vi fu una buona ripresa della produzione.
Oggi la Salina è di proprietà della SIR , Società proprietaria anche della Rumianca, e per quantità prodotta è la seconda Salina in Italia.

Bird watching è una pratica di osservazione degli uccelli che consente di effettuare dei suggestivi “safari fotografici”, attraverso l’individuazione di appositi punti di ripresa.
Questa pratica può essere effettuata grazie ai percorsi realizzati dal Centro Servizi Ambiente Sardegna e da altre Associazioni quali: Italia Nostra, Amici di Sardegna, Amici della Laguna e, più di recente, anche per merito dei camminamenti realizzati dal Progetto Line Natura Gilia.

Laguna Turismo che si realizza attraverso: dei percorsi di fruizione integrata di tipo naturalistico-ambientale e storico-archeologico; dei percorsi delle tradizioni e dei sapori.
L’originalità di questa attività risiede anche nella possibilità di effettuare i percorsi di fruizione sia a piedi che in barca, a cavallo o in bicicletta sempre in compagnia di pescatori e di qualificati operatori. In futuro si prevede, inoltre, la possibilità di effettuare dei pernottamenti e brevi soggiorni, come previsto dalla normativa dell’ittiturismo.

Turismo culturale, il quale si sviluppa all’interno dell’EcoMuseo della Laguna, posto all’in- terno del Consorzio Ittico di Santa Gilla, dove l’Associazione Amici di Sardegna, unitamente alla Cooperativa Service Art e alla Associazione di Volontariato Amici della Laguna, ha realizzato un piccolo ma suggestivo Ecomuseo della Laguna, in cui sono conservati dei reperti archeologici provenienti dalle campagne di scavo effettuate fino agli anni ‘90 proprio dentro la Laguna di Cagliari. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla Soprintendenza Archeologica di Cagliari e alla disponibilità della RAS e del Consorzio Ittico.


IMMAGINI


Mappe

Coordinate geografiche

APP GEO Sard GIS

APP Google Earth

39.2417,9.0407

Per saperne di più

  • Studio sull’ecosistema lagunare di Santa Gilla Ricerche curate dal Prof. Roberto Copparoni