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Sella del Diavolo


Sella del Diavolo

La Sella del Diavolo (in sardo Sedd’e su Diaulu) è un promontorio situato nella zona Sud di Cagliari, e separa la spiaggia del Poetto da quella di Calamosca. Il suo nome lo si deve ad una leggenda (vi sono anche varie versioni differenti) che narra la storia di Lucifero, l’angelo caduto, che combatté una battaglia contro l’angelo Michele, entrambi assistiti da schiere di angeli e demoni, ma la battaglia vide sconfitto il diavolo, che cadendo (o in altre versioni, cadde la sella su cui era seduto) proprio sul promontorio, e ne impresse la caratteristica forma, inoltre anche il golfo prese il nome dalla stessa leggenda legata al luogo dello scontro, il Golfo degli Angeli.

La leggenda potrebbe trovare un fondo di verità secondo l’origine storica della frequentazione della zona della Sella del diavolo, perché anticamente fu popolata, dal VI° millennio a.C. dai fenici, che costruirono un tempio dedicato alla dea Astarte (rappresentazione del diavolo) ma successivamente i primi cristiani (Dio e gli angeli) scacciarono gli avversari. Nel periodo romano, essi edificarono una chiesa dedicata a Sant’Elia anacoreta, un martire ucciso durante le persecuzioni di Diocleziano. 

La Sella del diavolo chiude nella direzione del mare, il promontorio del Monte Sant’Elia, che divide quest’ultima dalla contigua, sulla cui sommità si trovano il Faro ed il Forte di Sant’Ignazio, separati dalla strada che porta alla baia di Calamosca. L’origine della valle è tettonica e in tempi antichi un fiume deve aver contribuito a tagliare e plasmare questa forma, fatto simile per quanto riguarda precisamente la Sella del diavolo. Le rocce che costituiscono il complesso naturalistico sono di origine marina, costituite per la maggior parte da accumuli di conchiglie e resti fossili di età miocenica (circa 20 milioni di anni fa); questo notevole sollevamento non ha interessato solo la zona Sud della regione, ma ha agito anche sulle altre rocce della stessa età e tutto il relativo basamento, da Cagliari a Sassari. Il fatto conferma che questa zona, in passato era sommersa.

A partire dal XI° Sec. l’area del promontorio fu affidata ai Vittorini (monaci Benedettini) che edificarono un monastero e curarono le zone limitrofe e gran parte del Campidano meridionale. Nel XVI° sec. l’area passò ai Carmelitani che chiamarono il promontorio Sant’Elia, (il nome rimase fedele all’antico martire, ma cambiò identificando il profeta) in onore del profeta dell’Antico Testamento, che fu considerato come maestro dell’ordine religioso; anch’essi si occuparono di curare le zone circostanti, come le saline, che dedicarono a Elia ed Eliseo, e la zona del bestiame che ancora si chiama “Medau su Cramu” (recinto del bestiame del Carmelo). Tra il 500 e 600 l’area fu sotto il controllo spagnolo, che la sfruttò soprattutto per la difesa militare in quanto importante punto strategico. Visitando il promontorio si possono notare i resti della torre di Sant’Elia o della Lanterna, assieme ai resti archeologici della chiesetta di Sant’Elia.

È presente un sentiero naturalistico e archeologico che permette di visitare l’intero promontorio, grazie a delle iniziative portate avanti da delle Onlus ambientaliste (Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico); questo percorso ha inizio esclusivamente dal versante di Calamosca, perché il versante Nord è una zona militare che si estende verso Marina Piccola e il Poetto. Quindi si percorre da San Bartolomeo, una strada in salita che porta a Calamosca; si lascia l’omonimo Hotel Calamosca a destra e si percorre per circa 100 m, l’unica strada asfaltata che fiancheggia l’hotel e si prosegue per un sentiero sulla sinistra in salita, che è segnalato da delle macchie di vernice sulle rocce. La bassa vegetazione consente di non perdersi anche seguendo dei sentieri diversi, accomunati dal raggiungimento della tappa che coincide nell’ultimo tratto di salita che costeggia la rete che delimita la zona militare; la salita termina su uno strapiombo che consente di vedere la zona di Marina Piccola e in generale di godere di un’ottima vista panoramica da Viale Poetto sino a Capo Carbonara ed il mare aperto.

Nella sommità della Sella del diavolo, in vicinanza del punto d’arrivo è possibile notare una torre d’avvistamento del 1600, chiamata Torre del Poetto. 


Informazioni

Comune

Cagliari

Indirizzo

Accesso dalla località Cala Mosca, Viale Calamosca, Cagliari

Come arrivare

Con i mezzi pubblici si può arrivare fino all'ingresso del sentiero, prendendo gli autobus del CTM 5, 5/11 (la domenica) e 11. 

Accessibilità

L’accessibilità è totalmente libera e gratuita.

Adatto ai portatori di disabilità

No

Stagioni consigliate

  • Primavera ,
  • Estate

Notizie varie

Nel promontorio è presente un ampio pozzetto che in aragonese si chiamava “Pouhet” ed è probabile che questa sia l’origine del nome della spiaggia cagliaritana del Poetto.


IMMAGINI


Mappe

Coordinate geografiche

APP GEO Sard GIS

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39.1888,9.1656